Stretti in cerchio

Sono Martina, ho 28 anni, lavoro in frontiera come operatrice legale e come coordinatrice di sportelli di supporto alle persone migranti. Ad aprile mi sono sposata con Luca e i nostri sogni sono tanti quanti i compleanni che ASCS celebrerà da qui al prossimo milione di anni in tutti i confini del mondo.
Ho incontrato ASCS nel 2015 a Borgo Mezzanone. Arrivavo da un mese di cammino di Santiago che, nonostante i cerotti ai piedi, non aveva esaurito le mie forze ma era stato trampolino di lancio per nuove scoperte. Padre Jonas senza conoscermi ha guardato i miei piedi dolenti e poi mi ha sorriso. Quando si incontrano persone nell’ambito di attività e progetti con ASCS sai già che con chi hai di fronte condividi le cose più importanti al mondo: il desiderio di scoperta, di pace, di giustizia, di informazione profonda, di tutela dei diritti, di servizio, di allontanarti dal centro e stare nel mondo. Il come si costruisce insieme passo dopo passo e tessendo fili.
Quando ho deciso di partecipare al primo campo di volontariato con ASCS avevo il sogno di scoprire il mio modo di spendermi e essere al mondo, ho trovato una comunità di condivisione di ideali che continuamente mi stimola nel trasformarli in vita vissuta.
Dovessi pensare a uno specifico ricordo di momento speciale vissuto insieme mi viene in mente un nostro cerchio su un prato a Gaziantep, cittadina di confine tra Siria e Turchia. Ascoltavamo la testimonianza di un giornalista siriano disposto a rischiare la vita per il suo dovere di racconto delle ingiustizie e del male compiuto contro la sua terra e la sua popolazione sotto le bombe. Il nostro silenzio mentre lo ascoltavamo era così rumoroso, ci veniva da stringerci di più in quel cerchio per non lasciare nessuno spazio tra di noi e prometterci, senza bisogno di dircelo, che mai ci saremmo tappati gli occhi davanti alle ingiustizie e che insieme è meglio che soli.