Un viaggio tra gratuità, condivisione e accoglienza
Mi chiamo Valerio, ho 34 anni e vivo a Roma. Ho avuto la fortuna di incrociare la mia strada con quella di ASCS circa dieci anni fa, quando decisi di partecipare al corso di formazione per volontariato internazionale organizzato a Milano, con l’unica aspettativa di mettermi in gioco e di conoscere più da vicino i progetti che l’associazione promuoveva nelle missioni in giro per il mondo. Durante gli incontri però ho capito che c’era qualcos’altro, cominciava a crescere in me la voglia di partire e di fare la mia parte in un mondo, quello delle migrazioni, così complesso e che risuonava così forte nella mia sensibilità.
La prima esperienza che ho fatto è stato il campo Io Ci Sto nel 2014: una settimana di servizio nel campo a Foggia, a servizio dei lavoratori stagionali vittime del Caporalato nella zona di Borgo Mezzanone. Inutile dire quanto quella settimana sia stata per me importante e formativa, la scossa di cui avevo bisogno e che avevo ricercato, credendo di dover attraversare mezzo mondo quando invece bastavano poche ore di treno. Borgo Mezzanone mi ha insegnato il significato della “gratuità” tra i torridi pomeriggi in ciclofficina e i sorrisi dei bambini durante l’animazione in piazza. Tornato a Roma ho contattato Lucia, responsabile del volontariato internazionale e mi sono reso disponibile per partire.
A dicembre 2014 sono arrivato in Bolivia come volontario. Nella Casa del Migrante di La Paz e nel progetto APTHAPI (che promuoveva attività di rinforzo ludico e scolare per i bambini del barrio) ho imparato il significato della parola “condivisione”. Le giornate passavano veloci, in giro per la città nei vari uffici di migrazione, o in caso a gestire ingressi di nuovi migranti o partenze di vecchi amici. L’intreccio di storie, di vite e di strade che ho conosciuto nei miei tre mesi di permanenza a La Paz rimangono ad oggi uno dei tesori più preziosi, un segno indelebile nel mio percorso di formazione e di vita.
Tornato dalla Bolivia, mi sono avvicinato al neonato progetto di Casa Scalabrini 634, nuova realtà di accoglienza decisamente più vicina rispetto alla Casa del Migrante che avevo conosciuto a La Paz. Casa Scalabrini mi ha mostrato il valore della parola “accoglienza”. Mi ha insegnato quanto è importante fare ciò che si può, anche se crediamo sia poco, e regalarlo all’altro. Perché ogni incontro ha un significato, il significato della ricchezza che, quando viene condivisa, non si divide ma si moltiplica. Tuttora frequento e partecipo alle iniziative della Casa, portando avanti da ormai 8 anni il corso di Scuola Guida in casa.
Questo lungo viaggio cominciato per me dieci anni fa porta con sé tanti ricordi, tanti volti e tante emozioni. ASCS mi ha dato la possibilità di allargare le vedute, di vedere oltre gli orizzonti familiari della mia città guidandomi e supportandomi nel percorso di conoscenza della realtà migratoria e dell’incontro con l’altro. Questi frammenti di vita, qui sopra riassunti, mi hanno cambiato nel profondo e hanno segnato momenti importanti della mia vita.
Auguro all’ASCS, per i suoi 20 anni, di continuare ad essere punto di riferimento per tutte le persone che aiuta tramite i suoi progetti e di continuare a dar vita e significato all’esperienza di incontro con migranti e rifugiati.
Tanti auguri ASCS!