Alice – Servizio Civile

Mi chiamo Alice e ho ventisei anni, la maggior parte dei quali trascorsi in un paesino vicino a Varese. Lo scorso gennaio, spinta da tante esperienze positive di amici e conoscenti, ho fatto domanda di partecipazione al Servizio Civile Universale. Perché io abbia scelto Cape Town come meta proprio non lo so. Forse per le foto delle montagne che incontrano l’oceano, forse per la musica, più probabilmente per il desiderio di lavorare con i “children on the move”, ovvero ragazzi di età minore ai 18 anni che migrano soli o con familiari, sia per questioni economiche che a causa di conflitti nei paesi d’origine.

Prima di approdare a Cape Town ho lavorato come educatrice in un centro per Minori Stranieri Non Accompagnati a Milano, ma non avevo mai sentito parlare della migrazione verso il Sudafrica, soprattutto dal punto di vista dei minori. Con mia grande fortuna, ASCS ha deciso di scommettere su di me e di mandarmi a Lawrence House, un Children and Youth Care Centre situato nel quartiere di Woodstock, che ospita fino a 30 ragazzi vulnerabili tra i 6 e i 18 anni.

Lawrence House la parola casa la ha nel nome. Eppure, le prime settimane all’interno del centro mi sono chiesta molte volte: “Come si riesce a costruire un senso di appartenenza in bambini e adolescenti privati dell’affetto incondizionato che, molto spesso, solo un familiare sa darti?”.

Ci sono voluti mesi per poter scavare la superficie ed entrare realmente in contatto con i ragazzi. Poi però, complici le vacanze scolastiche, qualcosa è scattato. Tra un’attività e l’altra, mentre cercavamo tutti quanti di distrarci dal pensiero di un Natale lontano a casa, si è creato un rapporto di fiducia reciproca.

È allora che ho iniziato a notare come, nonostante le difficoltà, il sostegno non mancasse mai. Un po’ come si fa con i propri fratelli e le proprie sorelle, i ragazzi di Lawrence House sono gli unici a potersi criticare a vicenda, a poter battibeccare tra loro. Ma se la minaccia arriva dall’esterno, come una testuggine il gruppo si unifica e si protegge a vicenda.

“Eccola qui l’appartenenza!”, ho pensato con un misto di stupore ed entusiasmo.

I miei colleghi, veterani del centro, mi hanno raccontato che quasi sempre bisogna attendere mesi (se non anni) perché gli ex membri della casa riconoscano che, in fondo, questo era per loro un porto sicuro. L’affetto lo leggo nei loro occhi ogni volta che vengono a trovarci e mi raccontano di quanto sia cambiata Lawrence House da quando non vi abitano più, di quali e quanti insegnamenti abbiano ricevuto dai membri dello staff e di come ancora adesso le loro parole li guidino nella vita.

Certo, ora le vacanze sono passate, la routine è ricominciata e con essa la quotidiana fatica di vivere circondati da tante persone. Eppure mi sembra di vedere tutto con occhi diversi, con la consapevolezza che la parola casa ha molte più sfaccettature e significati di quanto potessi pensare prima di mettere piede a Lawrence House. Ma soprattutto con la certezza che, anche se ho l’enorme privilegio di poter tornare dalla mia famiglia quando voglio, una parte di me apparterrà sempre a queste mura.

Se sei una ragazza o un ragazzo tra i 18 e i 29 anni, puoi partecipare al Bando del Servizio Civile 2024 con FOCSIV, in Italia e all’estero. Tra i diversi progetti potrai scegliere di candidarti ai progetti di ASCS e camminare al nostro fianco a supporto di migranti, rifugiati e comunità locali.

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