Scintilla di Accoglienza: la storia di Hashim
Sono Hashim, ho 31 anni e vengo dal Pakistan. Ma oggi mi sento anche un po’ romano.
Sono venuto a Roma nel 2017, con una valigia piena di sogni e paure. Arrivare in un paese nuovo è come scalare una montagna: imparare una lingua sconosciuta, ottenere i documenti, trovare lavoro, costruire una nuova vita.
Lasciare la mia famiglia in Pakistan è stato doloroso, mi sentivo solo, inerme. Mi sembrava una sfida impossibile. All’inizio sono stato in un centro di accoglienza, poi un amico mi ha parlato di Casa Scalabrini 634. Mai avrei immaginato di trovare qui due nuove famiglie.
La prima è stata quella dei miei tre amici e coinquilini: Farhan, Shahid e Shukrullah. Tra partite a biliardino, lezioni di scuola guida e serate passate insieme, siamo diventati inseparabili. Per me, non sono soltanto amici, sono dei fratelli. Ancora oggi ci sosteniamo e incoraggiamo a vicenda, per cercare di realizzare i nostri desideri.
La seconda famiglia è quella di Casa Scalabrini 634: sono le volontarie, le operatrici e tutte le persone straordinarie che, con i loro gesti e sorrisi, mi hanno fatto sentire accolto, ascoltato. Mi hanno fatto sentire a casa.
Ho trascorso qui sei mesi e sono stati tra i più importanti della mia vita. A Casa Scalabrini 634 ho gettato le basi per il mio futuro. Sognavo una famiglia, qualcuno con cui condividere la mia vita. Oggi quel sogno è diventato realtà: un anno fa mi sono sposato e da due mesi sono diventato papà. Ogni volta che guardo mia figlia, penso al futuro che voglio per lei: un futuro pieno di opportunità, ma soprattutto pieno di compagni di viaggio come quelli che ho avuto io.
La mia vita è cambiata completamente, ma Casa Scalabrini resta un punto fermo. Non è solo un luogo, ma è una comunità di persone che animano un territorio e che tendono una mano a chi, come me, ha bisogno di essere accolto e vuole realizzare i propri sogni. Grazie a loro, ho trovato non solo un tetto, ma calore, affetto e cura.
Ora continuo a sognare: vorrei avere qui con me mia madre, che sta ancora in Pakistan. Sto facendo tutte le pratiche per ottenere la cittadinanza italiana e spero un giorno di poterla accogliere in Italia, anche per ricambiare l’accoglienza che io stesso ho ricevuto.
Per Casa Scalabrini 634, il mio sogno è che resti sempre incontro e un faro per chi ha bisogno e voglia di ripartire. Io lo dico sempre: noi siamo partiti da qua.