Tavolo Asilo e Immigrazione  – Osservazioni decreto flussi

In riscontro alla nota prot. n. 53 P- del 9 gennaio 2025 inviata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, si comunica quanto segue.

Le osservazioni e le proposte del presente contributo sono il frutto delle istanze degli enti del Terzo settore che operano nel settore dell’immigrazione, dell’accoglienza delle persone migranti e del contrasto alla tratta di esseri umani e che fanno parte del Tavolo Asilo e Immigrazione. E’ auspicabile che le consultazioni a oggetto della presente siano effettuate non solo per dovere istituzionale, ma siano anche tenute in considerazione, perché riportano la testimonianza proveniente da quel Terzo Settore accreditato e qualificato che tutti i giorni si confronta con gli effetti delle decisioni che governo e Parlamento prendono rispetto alla condizione delle persone straniere in Italia e che vanno a incidere sulla tenuta di quella protezione sociale che in questo Paese è sempre più mancante.

Programmazione degli ingressi per lavoro e cronica insufficienza delle quote allocate

La prima considerazione è relativa all’ormai anacronistico meccanismo di programmazione dei flussi in entrate e di allocazione delle quote di ingresso annuali previsto dal Testo unico sull’immigrazione, per anni adottato in deroga alla normativa ordinaria. Per questo, desta perplessità e preoccupazione che il ricorso alla programmazione eccezionale, prevista dal DL 20/2023 per gli anni 2023-2025, sia stato esteso anche al triennio 2026-2028, in luogo di una riforma strutturale.

Un’ulteriore criticità è proprio legata alla definizione annuale delle quote, sempre più insufficienti per le reali esigenze di chi vuole fare ingresso in Italia per lavorare e chi ha necessità di assumere manodopera straniera. Se si pensa ai dati del 2023, le domande di ingresso per lavoro erano sei volte le quote fissate (136.000 unità), e solo il 23% delle quote messe a disposizione si è concretizzato nella sottoscrizione del contratto di soggiorno, con la contestuale richiesta di rilascio di un permesso di soggiorno1, come emerso dal monitoraggio della campagna Ero straniero sugli esiti dei decreti flussi.

Un sistema che genera irregolarità e vulnerabilità

Ciò sta causando situazioni di precarietà a livello sociale e un forte aumento e aggravamento di casi di vulnerabilità (violenze in ambito lavorativo e sessuale, problemi di salute, dipendenze da sostanze, sfruttamento) che riguardano le persone arrivate legalmente sul territorio nazionale attraverso il Decreto flussi. Si tratta di lavoratrici e lavoratori che si sono ritrovate/i in una condizione di irregolarità subito dopo aver fatto ingresso in Italia, perché, nella maggior parte dei casi, non hanno più trovato – e non per loro responsabilità – la disponibilità all’assunzione da parte del datore o della datrice alle cui dipendenze avrebbero dovuto lavorare.

Chi si ritrova in questa situazione, ha poche possibilità di accedere a un titolo di soggiorno, scivolando in una condizione di irregolarità da cui è quasi impossibile fuoriuscire. Una delle poche tutele è rappresentata dal permesso di soggiorno per attesa occupazione, caratterizzato tuttavia da forte discrezionalità, scarsa chiarezza operativa e remota applicazione: sono solo 309 quelli rilasciati nelle procedure del Decreto flussi per l’anno 2022 e 83 per il 2023 (dato aggiornato a gennaio 2024)2.

Senza la conoscenza del territorio, delle tutele a cui ricorrere e della lingua, lavoratori e lavoratrici in questo limbo non hanno praticamente alterative al rimanere invisibili e lavorare in nero, in condizione di forte ricattabilità e dipendenza da parte chi si approfitta di queste situazioni di difficoltà. Da questi contesti non sono esclusi/e neppure coloro che, pur avendo trovato la collocazione lavorativa all’arrivo in Italia, aspettano diversi mesi per la convocazione presso le Prefetture e sono soggetti/e ad abusi di ogni sorta all’interno di dinamiche distorsive di mercato, con contratti cd. “grigi”.

I ritardi della Pubblica amministrazione e il loro impatto sulla vita delle persone migranti

Su questa situazione impattano anche le lunghe attese intercorrenti tra la presentazione da parte del/la datore/datrice di lavoro della domanda di assunzione all’estero e l’arrivo di lavoratori/lavoratrici in Italia, determinata anche dall’impiego di personale precario e numericamente non adeguato presso le Prefetture e le Questure.

In queste tempistiche così dilatate, si insinuano spesso il malaffare e la corruzione in alcuni Paesi di provenienza, che rendono ancora più tortuose e dispendiose le esperienze migratorie. Al riguardo, si ritiene sia tanto discriminatorio quanto pericoloso il meccanismo di sospensione delle domande di nulla osta previsto dal DL 145/2024, riguardante cittadini/e del Bangladesh, del Pakistan e dello Sri Lanka, perché considerati/e di Paesi “a particolare rischio”: costoro non solo avrebbero un trattamento diseguale rispetto a lavoratori/lavoratrici provenienti da altri Stati, ma, proprio a causa di ulteriori ostacoli e limitazioni all’ottenimento di un visto di ingresso, si vedrebbero ulteriormente esposti/e a situazioni di sfruttamento e ricattabilità, più di quanto non lo siano già, nelle forme che spesso, proprio nei loro casi, sono riconducibili al traffico o alla tratta di esseri umani per sfruttamento lavorativo. Tali dinamiche criminali possono facilmente nascondersi negli ingressi irregolari, che, alla luce delle nuove modifiche, potrebbero rappresentare l’unica modalità di espatrio.

Le suddette lunghe attese incidono altresì sulle necessità di datori/datrici di lavoro in Italia, che, decorso ormai tanto tempo, non hanno più nessuna esigenza di procedere all’assunzione delle persone per cui era stato richiesto il nulla osta.

Il Decreto flussi: uno strumento anacronistico, poco funzionale e criminogeno

Risulta ormai evidente come il Decreto flussi sia inefficiente, inadeguato e pericoloso: anziché semplificare e accelerare il matching a distanza tra domanda e offerta di lavoro, non soltanto non soddisfa le esigenze dei migranti e del mercato del lavoro – che continua a lamentare carenza di manodopera –, ma addirittura alimenta un sistema criminale che si struttura su situazioni di irregolarità di soggiorno, di lavoro “nero”, “grigio”, spesso imposto anche nelle sue forme più indecenti e segreganti.

Condizioni nelle quali è costretto/a a vivere anche chi è da tanti anni nel territorio italiano e che, ritrovatosi in posizione di irregolarità, ha dovuto interrompere bruscamente rapporti lavorativi e sociali positivamente radicati, per proseguirli in modo invisibile e illegale, in attesa e con la speranza di una sanatoria, oppure tornando nel proprio Paese (quando è possibile) e accordandosi, spesso in posizione di evidente squilibrio di potere, con datore/datrice per una nuova richiesta di visto. Questi e altri paradossi sono dati dal fatto che da una parte il sistema produttivo richiede manodopera straniera e dall’altra c’è un assetto normativo che rende difficile assumere le persone straniere, sostanzialmente immutato da più di 20 anni.

Le possibili soluzioni

È per tali ragioni che è quanto mai necessaria una riforma coraggiosa, attuale e radicale che superi definitivamente non solo il Decreto flussi, ma che introduca anche nuovi canali di ingresso o di regolarizzazione per lavoratori/lavoratrici di origine straniera.

Urgono nuovi strumenti capaci di dare una risposta efficace alle esigenze del mercato del lavoro italiano e ai progetti di mobilità delle persone migranti, che le associazioni del Terzo settore incontrano quotidianamente. Occorre superare il meccanismo del click day e il sistema delle quote, introducendo nuovi e più flessibili canali di ingresso per lavoro, attraverso meccanismi di sponsorship e puntando maggiormente sulla formazione nei paesi di origine.

Vanno introdotto permessi di soggiorno per ricerca lavoro che consentano alle persone straniere, previa dimostrazione di opportune garanzie personali o da parte di terzi, di entrare provvisoriamente in Italia per cercare un’occupazione e, in caso di assunzione, di rimanervi stabilmente con un titolo di soggiorno per lavoro.

Inoltre, è fondamentale consentire l’emersione dei rapporti di lavoro delle persone già presenti sul territorio in condizione di irregolarità, spesso con la loro famiglia, in modo da scongiurare la crescita di meccanismi di emarginazione sociale e di sfruttamento, con pregiudizio per loro e per l’intera collettività. Tale posizione è del resto condivisa tanto dalle organizzazioni datoriali, quanto dai sindacati di lavoratori/lavoratrici.

Le proposte

Le organizzazioni chiedono:

  • La possibilità di assumere direttamente lavoratori/lavoratrici residenti all’ estero in qualsiasi momento, al di fuori del sistema quote e senza limitazioni per nazionalità o settori produttivi;
  • La creazione di nuovi canali di ingresso per lavoro: sponsorship e ricerca lavoro;
  • L’introduzione di una clausola di salvaguardia che dia diritto ad avere un permesso di soggiorno per attesa occupazione nell’ipotesi in cui, per cause non imputabili a lavoratori/lavoratrici, dopo l’ingresso in Italia non si formalizzi il rapporto di lavoro;
  • La possibilità di assumere lavoratori/lavoratrici già in Italia pur in condizione di soggiorno irregolare, attraverso misure di regolarizzazione su base individuale – non afferenti alla domanda di protezione internazionale – in presenza di un’offerta di lavoro regolare o di radicamento sul territorio nazionale;
  • Lo snellimento della procedura di ingresso e rilascio del permesso di soggiorno e il potenziamento dell’organico della Pubblica amministrazione interessata a tali procedure;
  • La possibilità di convertire tutti i permessi di soggiorno in permessi per

Alla luce di quanto sopra, si coglie l’occasione della Vostra comunicazione per esprimere la piena disponibilità del TAI a collaborare per riformare il sistema attuale di ingresso per lavoro: servono interventi efficaci, a partire dalle presenti proposte, che non sono più procrastinabili.

L’occasione è gradita per porgere distinti saluti. Per il Tavolo Asilo e Immigrazione:

A Buon Diritto Onlus, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASCS, ASGI, Campagna Ero Straniero, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CIES, CIR, CNCA, Commissione Migrantes E GPIC Missionari Comboniani Italia, Comunità Papa Giovanni XXIII, CoNNGI, EMERGENCY, Europasilo, FCEI, Fondazione Migrantes, Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, IRC Italia, Italiani Senza Cittadinanza, Medici del Mondo, Oxfam Italia, ReCoSol, REDNova, Senza Confine, SIMM, UIL

 

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1 Campagna Ero Straniero “I veri numeri del decreto flussi: un sistema che continua a creare irregolarità” del 24/05/2024 ed “Ero straniero, controcanto sul decreto flussi: la nostra lettura dei dati” del 07/06/2024

2 Campagna Ero Straniero “I veri numeri del decreto flussi: un sistema che continua a creare irregolarità” del 24/05/2024

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