Scintilla di Futuro: la storia di Sara
Dalla rubrica “20 anni di storia”
Mi chiamo Sara, ho 25 anni, vivo in provincia di Torino. Sono laureata in Filologia, Letterature e Storia dell’Antichità. Cerco di proteggere le cose antiche come Omero, i diari di viaggio e le ricette di mia nonna emiliana. Allo stesso tempo, la modernità mi interpella molto. Mi interessa e mi sta molto a cuore la migrazione, penso sia La sfida dell’Europa moderna, insieme alla salvaguardia del pianeta in cui vivrò e molti di noi vivranno. Mi interessa la scuola, come luogo di socialità e formazione, e mi interessa che sia la migliore possibile. Potrei fare l’insegnante.
Ho conosciuto ASCS in Puglia, durante un campo di volontariato tra i quaderni e le biciclette, insegnando l’italiano ai migranti che lavoravano nelle campagne del Foggiano. Avevo 17 anni ed è stato un incontro, quello con la migrazione, dirompente, che ha acceso una piccola fiammella che ad oggi ancora non si è spenta. L’incontro con Padre Jonas, poi, mi ha aperto gli occhi su uno stile tutto nuovo di vivere le relazioni: lo stile della cura.
La mia esperienza con ASCS somiglia ad un giardino che cresce: in 8 anni ho visto spuntare con sorprendente spontaneità infiniti germogli, me ne sono presa cura e poi ho ammirato i fiori e i frutti delle diverse stagioni. Per me l’ASCS è sempre stato un posto in cui poter credere a sogni grandi e cercare di realizzarli con amici visionari e sensibili.
La prima volta che sono entrata in una classe per tenere un laboratorio sulle migrazioni ho sentito che quello era il posto e il modo giusto per me; ho sentito che qui si giocava la mia possibilità per piantare un seme di cambiamento. Credo nelle giovani generazioni, penso che saranno capaci di leggere il fenomeno migratorio con lucidità e umanità.
Auguro ad ASCS di essere per tanti giovani quello che è stato per me: un incubatore di sogni, un posto in cui ciascuno è valorizzato, una fonte di cura.