Crescere su un albero immenso
Mi chiamo Lucia e ho 26 anni, quasi 27. Sono nata a cresciuta a Pino Torinese, tra Torino e Chieri, e attualmente vivo a Trento. Mi occupo di dialetti italiani nel medioevo e sogno di diventare un’insegnante alle scuole medie o superiori. Mi piacciono le persone e le montagne e quelle da cui ho avuto la fortuna di essere circondata negli anni sono bellissime (sia le persone, sia le montagne, si intende).
Ho conosciuto ASCS nel 2017, l’estate del mio primo anno di università, partecipando al campo Io Ci Sto, in provincia di Foggia, a fianco dei lavoratori stagionali stranieri impiegati nella raccolta dei pomodori. Ripensandoci, quella settimana è stata per me una piccola rivoluzione e il mio primo vero incontro con il mondo della mobilità umana.
Al mio ritorno ho avuto la fortuna di trovare un terreno fertile, fatto di persone che avevano condiviso la mia stessa esperienza e avevano voglia di non lasciarla cadere, ma farla diventare testimonianza e motore per costruire consapevolezza nei nostri territori. Grazie ai sogni e alla capacità di visione di questi amici, un anno dopo l’altro, a casa nostra – Chieri e dintorni – sono nati progetti di sensibilizzazione sul tema della mobilità umana. Film, spettacoli teatrali, incontri, dibattiti, laboratori nelle scuole. Un esercizio di cittadinanza attiva che mi ha insegnato molto.
Quando sono arrivata a Trento, ho sperimentato in prima persona la forza di costruire ponti di ASCS. Ho trovato alcune persone che per un motivo o per l’altro si trovavano a vivere a Trento, condividevano l’esperienza con ASCS e avevano voglia di mettere in piedi qualcosa anche a Trento. È nata così l’opportunità di proporre anche qui incontri aperti alla cittadinanza e laboratori nelle scuole.
Inoltre, negli ultimi anni, seguendo le proposte di ASCS ho avuto la possibilità di toccare con mano la realtà dei confini, a Oulx e Trieste, con i campi ConFine e Attraverso. E quest’estate sono tornata in provincia di Foggia, a percorrere di nuovo i chilometri di campi riarsi dal sole, a parlare di caporalato, dignità, umanità e scelte coraggiose, a incontrare le storie di chi vive questo territorio.
Più Ponti Meno Muri mi ha mostrato un modo di essere e di fare. Il modo di chi non si arrende al pessimismo, di chi vede con consapevolezza, eppure non perde l’entusiasmo di pensare possibile un mondo più accogliente e più giusto, di chi non ha paura dell’incontro con l’altro e di quanto questo possa mettere in discussione. Di chi sceglie lo stile dell’attenzione e della cura, nei confronti delle persone e delle cose. Questo modo di essere e di fare è per me una calamita potente, una fonte inesauribile di voglia di provare a mettermi in gioco anche io.
Il titolo che ho scelto per questo pezzo, crescere su un albero immenso, viene da un’attività del campo di quest’estate, una frase che mi è stata casualmente regalata e che mi sembra riassumere bene la mia esperienza con ASCS e il motivo per cui voglio continuare a farne parte. L’idea di essere un piccolo germoglio sopra un albero immenso. Un albero che offre linfa per crescere, e la possibilità di guardare in alto.