Fare il bene, fare tutto il bene possibile, farlo nel miglior modo possibile
Ciao a tutti! Mi chiamo Siria, vivo a Berna e ho 26 anni. A settembre del 2024 sono partita per il Guatemala dove ho fatto un’esperienza di volontariato di quattro mesi nella casa del Migrante a Città del Guatemala. Ho conosciuto ASCS grazie alla Missione Cattolica di Lingua Italiana di Berna (MCLI) dove operano i Padri Scalabriniani. In un’occasione Emanuele Selleri, direttore esecutivo ASCS, venne a presentarci il programma di volontariato internazionale e da lì l’idea di partire non mi ha più lasciata. Da quell’incontro alla mia partenza passarono due anni e mezzo. La partenza per il Guatemala é stata la decisione migliore della mia vita.
Gli Scalabriniani hanno sempre fatto parte della mia vita eppure sono venuta a conoscenza del loro carisma e della loro storia solo tramite il corso di formazione e la quotidianità nella casa del Migrante. È impressionante come San Giovanni Battista Scalabrini sia presente nella quotidianità della casa, nelle persone che vi lavorano, nei religiosi che operano nella casa e come le sue idee vengano sviluppate e concretizzate ogni giorno aiutando così centinaia, migliaia di migranti. Il motto nella casa, citando Mons. Scalabrini, era quello di fare il bene, di farlo bene e nel miglior modo possibile. In modo da poter assistere ogni giorno nello stesso modo tutti i migranti che varcavano la soglia della casa.
La casa del migrante in città del Guatemala mette a disposizione i seguenti servizi: alloggio temporaneo, vitto, cambio di vestiti, articoli per igiene personale e docce, attenzione medica, consulenza legale, assistenza psicologica, assistenza umanitaria, attività di sensibilizzazione, pastorale sacramentale e assistenza alle persone deportate.
Come volontaria mi sono cimentata in varie aree della casa come pulizie, accoglienza ai migranti, aiutante in cucina, distribuzione dei pasti, distribuzione dei vestiti, compiti amministrativi, intrattenimento con i bambini e adulti. In forza aerea invece si aiutavano le persone deportate con chiamate nazionali ed internazionali per far sapere ai loro familiari dove si trovavano, li aiutavamo a tornare a casa dandogli indicazioni e spesso quando non avevano un alloggio per la notte, li ospitavamo nella casa del Migrante affinché riuscissero a tornare nelle loro case o a trovare un’altra sistemazione.
Quando le persone mi chiedevano quali fossero le motivazioni che mi hanno spinta a partire per questa esperienza, io spesso rispondevo dicendo che volevo fare qualcosa per il prossimo, senza ricevere nulla in cambio, mettermi a loro disposizione, aiutare e forse non ci sono riuscita perché quello che mi ha dato ogni singola persona è molto di più di quello che io abbia potuto fare per loro.
Non dimenticherò mai la stanchezza negli occhi di quelle persone, la paura di quello che hanno passato e che tuttavia il giorno dopo avrebbero dovuto affrontare, la voglia di qualcosa di migliore per loro e i loro figli, la motivazione e la determinazione nel voler proseguire il loro cammino, la fame, il caldo e il freddo, i maltrattamenti subiti, le storie che li hanno portati a prendere lo stretto necessario e partire solo con uno zaino verso una meta sconosciuta, i dubbi e le incertezze. Non dimenticherò mai i loro sorrisi che ti scaldavano il cuore, la loro speranza viva e ardua, soprattutto come Dio fosse presente in ogni singolo momento della loro giornata. Infatti non mancavano mai momenti di preghiera comune, dove la religione non importava ma tutti pregavano e davano grazie ad un unico Dio.
Ringrazio ASCS per avermi dato la possibilità di vivere un’esperienza indimenticabile, che veramente ti cambia la vita e per avermi dato l’opportunità di conoscere dei compagni stupendi che mi hanno accolta a braccia aperte, integrato e mi hanno fatto sentire fin dal primo giorno a casa. Perché sì, il Guatemala é stata la mia casa.
Grazie di cuore!