Torno a casa

Buenos dias! Sono Martina Lazzarotto e nella vita, fino ad oggi, sono stata un po’ di tutto. Innanzitutto, sono figlia, sorella, nipote ed amica. Allo stesso tempo sono anche viaggiatrice e sognatrice; in passato sono stata studentessa, animatrice di campeggi estivi della parrocchia, partecipante di un coro di chiesa ed operatrice sociosanitaria. Ma sono anche camminatrice, mai stanca di cercare bellezza attorno a me, un po’ vagabonda, curiosa, amante della vita, e volontaria di ASCS.

Mi piace davvero molto essere tutte queste cose, ma più di tutto mi piace rendermi conto di essere un “essere umano”. E come “essere umano” sono sempre stata attirata dagli altri “esseri umani”. Di fatto tutte le cose che sono stata nella mia vita, hanno sempre avuto in comune una cosa: l’essere in relazione con gli altri “esseri umani”.

Grazie all’esperienza che ho fatto a Santiago de Chile, tramite ASCS, posso dire di aver avuto la fortuna di conoscere un’infinita varietà di esseri umani, la maggior parte dei quali con una fede incredibile nei confronti della vita. Lavoratrici e lavoratori, in costante ricerca di qualcosa “in più”, qualcosa che ancora non hanno ma che, con duro lavoro costanza e pazienza, sanno di poter raggiungere.

Vivere a stretto contatto con loro mi ha permesso di conoscere diverse culture, conoscere diversi modi di pensare e diversi modi di affrontare i problemi. Questo non solo è stato fonte di un enorme arricchimento personale, ma anche un invito ed una spinta a comprendere il mondo in tutta la sua complessità. Ho compreso che è proprio in questa danza di differenze che si scopre la vera bellezza della condivisione, della comprensione e, soprattutto, dell’amore per l’umanità. In questo viaggio attraverso la diversità, mi sono ritrovata a conoscere non solo gli esseri umani, ma anche a scoprire luoghi inaspettati: giardini segreti, piazze animate, angoli di pace in mezzo al caos. Ogni nuovo luogo che ho visitato ed abitato si è presentato a me come un libro aperto, pronto a svelare le sue pagine, le sue storie e i suoi segreti. Ed è in questi momenti che ho realizzato quanto sia bello essere parte di un mosaico così variegato e ricco, dove ogni tessera porta con sé una cultura, un’esperienza, un mondo, una vita. Ripensando a questa esperienza mi rendo conto che davvero mi ha lasciato tanto, soprattutto mi ha permesso di crescere sotto un punto di vista personale aiutandomi ad ampliare il mio orizzonte di senso nei confronti della vita, di chi voglio essere, di cosa voglio fare, di come voglio vivere. Allo stesso tempo, però, mi ha anche tolto qualcosa. E di questo me ne sono resa conto una volta tornata “a casa”.

Dopo aver vissuto così tanto, così intensamente, per un tempo che potrebbe sembrare breve ma che per me è stato infinito, mi sono ritrovata a rivivere quella che definivo come “la mia vita”. I luoghi familiari, un tempo pieni di significato, mi sembravano quasi estranei. Le abitudini quotidiane, che un tempo mi rassicuravano, di punto in bianco mi sembravano strette, come un abito che non mi calzava più. Molte volte mi sono chiesta se davvero sarei mai riuscita a riconnettermi con la mia vita di sempre, mentre mi percepivo cambiata in modo quasi impercettibile ma profondo. Il passaggio fondamentale è avvenuto nel momento in cui ho realizzato che questo ritorno portava con sé la sfida di integrare tutto ciò che avevo appreso e vissuto, con quella che ero. In altre parole, la vita mi stava chiedendo di iniziare un processo di riadattamento, di ristrutturazione interna. L’unica alternativa possibile sembrava quella di impegnarmi a raggiungere un delicato equilibrio tra quella che ero e quella che sono diventata. Ma non era per me il tempo di affrontare questo passo. Sentivo che qualcosa, ancora, mi stava chiamando.

 

Allora ho deciso di rimettermi in contatto con ASCS per capire se ci fosse ancora spazio per me in quest’associazione. Quello che ho trovato è stato lo stesso clima allegro, accogliente, di ascolto e disponibile di sempre. La risposta ricevuta è più di quanto potessi aspettarmi: sarei potuta tornare a continuare il mio volontariato a Santiago de Chile, dove tanto avevo vissuto e che tanto mi aveva lasciato. L’idea di poter tornare in questo posto significa ritrovare non solo un luogo fisico ma anche una parte di me, quella parte che si nutre di calore umano e di legami autentici; ma anche di bellezza e ricchezza che risiedono nelle diversità; come di apertura all’altro, di pazienza ed ascolto. Credo che in questo ritorno, la bellezza risieda nella semplice verità che, ovunque vada, ci sono posti e persone che mi fanno sentire al sicuro, in armonia con me stessa e con la vita.

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    2024-10-18T11:17:53+02:00
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