Ritornare a “casa”
Mi chiamo Marianna, ho 34 anni, e se ci penso, non ricordo un momento in cui gli Scalabriniani non fossero presenti nella mia vita. Fin da bambina, ho scoperto e coltivato il carisma Scalabriniano a Roma, nella Parrocchia del Santissimo Redentore, trascorrendo le mie giornate con gli amici di sempre al Centro Giovanile G.B. Scalabrini.
Proprio lì ho incrociato la strada di alcuni miei educatori che, negli anni in cui ASCS “nasceva”, si preparavano per la loro prima esperienza di volontariato internazionale.
Sognavo anche io un giorno di poter partire con ASCS. Conservavo nel cassetto del mio comodino una foto del Ben e di Alessandra, e un portachiavi dell’Africa in legno che arrivava proprio da uno dei progetti. Guardando quella foto “dal campo” mi chiedevo come sarebbe stato fare un’esperienza a servizio dell’umanità in cammino.
Dopo anni molto intensi vissuti nel movimento giovanile Scalabriniano, nel 2011 è toccato anche a me. Sono partita per raggiungere per qualche mese i miei amici Met e Debby, operatori ASCS in Mozambico, dove ho svolto un periodo di volontariato nel Campo Rifugiati di Maratane.
Quell’esperienza ha segnato un solco profondo non solo nel mio cuore e nel mio rapporto con ASCS, ma anche nelle mie scelte professionali. Tornata dal Mozambico, con l’aiuto di alcuni cari amici, ho organizzato il mio primo evento di raccolta fondi, “Una Maratona per Maratane”. Ho capito così quanto volessi formarmi per fare del fundraising il mio lavoro.
Dopo un master ed altre esperienze professionali, nel 2015 ho ricevuto una chiamata da Emanuele, allora Responsabile del progetto di Casa Scalabrini 634 a Roma. “Ora che hai imparato come si fa raccolta fondi, che ne dici di tornare a casa? Qui c’è bisogno di te!”
E così, nel 2016 ho iniziato una nuova esperienza prima a Casa Scalabrini 634, coordinando le attività di raccolta fondi e comunicazione, e proseguendo poi dal 2020 come Responsabile Fundraising ASCS.
In quasi 10 anni sono cambiate molte cose. Ho visto ASCS crescere, evolvere. Non sono mancate le sfide e i momenti in cui rimboccarsi le maniche per dare sostenibilità ai tanti progetti e attività che portiamo avanti.
Una grande fortuna. Quella di fare un lavoro che amo, al fianco di alcuni dei miei più grandi amici, per un carisma, quello Scalabriniano, che è da sempre al centro, motore della mia vita.
L’augurio che faccio ad ASCS è quello di essere sempre una “casa” in cui tornare, di avere orizzonti estesi, senza la paura degli imprevisti o delle complessità. Perché ASCS possa sempre essere un luogo generativo, in cui pensare e far nascere nuovi progetti, coltivare relazioni, sporcarsi le mani e metterci il cuore!