Sguardi che rivendicano il diritto di esistere

Sono Alice, ho 22 anni e vivo a Chieri, una cittadina molto viva vicino a Torino. Sono una persona curiosa a cui piace scoprire, ascoltare, leggere e avere gli occhi aperti su ciò che mi circonda.

Ho sempre fatto volontariato con la mia famiglia da quando ero piccola, senza mai capire realmente cosa volesse dire per me. Facevo esperienze in cui conoscevo realtà o persone diverse dalla mia quotidianità, tornando a casa con qualcosa che si accendeva dentro di me, un calore nuovo. Con ASCS ho capito che cos’era quella sensazione che mi riempiva.

Ho iniziato a sentire lo slogan “Più ponti meno muri” quando ero alle scuole medie. Un ragazzo della mia città era stato ad un campo e aveva portato una testimonianza nel gruppo parrocchiale di cui facevo parte. Qualche anno dopo, con alcune amiche decidemmo di partire per il campo “Io Ci Sto”, a Borgo Mezzanone. Non avevamo aspettative, sapevamo anche poco di ciò che stavamo andando a conoscere. Sono tornata a casa con molte nuove consapevolezze, arrivate con la forza di un pugno dritto in pancia. La consapevolezza acquisita era anche rabbia, dolore, impotenza. Sensazioni che non potevano esaurirsi dopo quei giorni.

Così piano piano ho iniziato a conoscere la realtà di ASCS presente a Chieri, di cui fanno parte molte persone che avevano condiviso le mie stesse sensazioni. Mi sono fatta coinvolgere in questa bella realtà, continuando a conoscere il tema della mobilità umana in giro per l’Italia tra Oulx, Trieste e Agro Pontino.

Ho iniziato a partecipare al progetto Pick your size, che porta il tema delle migrazioni tra i banchi di scuola. Grazie a questa attività, a marzo 2024, insieme ad altre volontarie, ho portato la classe di un istituto superiore a conoscere la realtà di Oulx. È stata una grande opportunità di far vivere quel contesto a persone molto giovani e distanti dal tema nella loro quotidianità.

A luglio 2024 sono partita come staff per il campo Attraverso San Severo. Tornavo in quella terra che mi aveva lasciato dei segni così profondi qualche anno prima. Le contraddizioni e le complessità di quei luoghi mi hanno colpita nuovamente, e le vite delle persone che ho incontrato mi sono rimaste impresse nella mente.

Subito dopo ho deciso di fare un’esperienza più lunga, di rimanere un mese a Trieste, luogo di confine, porta d’ingresso da cui entrano in Italia le persone che percorrono la rotta balcanica. Insieme ad una mia amica, Alessandra, siamo partite.

Volevamo conoscere, approfondire ciò che già sapevamo, ma soprattutto stare in quel luogo. Ci siamo rese conto che la nostra semplice presenza in quella città, in quel contesto che spesso viene invisibilizzato, era importante e significava qualcosa. L’aspetto più bello e sconvolgente però, sono state le persone. Ciò che è ancora impresso nei miei occhi e nel mio cuore sono sguardi, parole, volti.

Se dovessi pensare a una parola che possa riassumere le mie esperienze con ASCS è sicuramente Storie. Storie che graffiano, che travolgono e lasciano un segno. Ciò che più mi ha fatta crescere in questi anni è proprio questo: conoscere le persone di cui la politica, i giornali parlano e su cui si creano continuamente dibattiti. Incontrare loro e le loro storie, dare un nome a volti che spesso risultano invisibili. ASCS mi ha fatto capire cos’è quel calore che mi si accende tornando da ogni esperienza. È un’energia che si attiva grazie alle persone e a quello che possono dare. Gli incontri più informali, le chiacchiere, la condivisione di momenti semplici sono le cose che più mi lasciano il segno. Sono attimi in cui le storie si intrecciano, si incontrano arrivando da parti del mondo lontane e trovano la semplicità e la purezza dello stare insieme.

ASCS costruisce rapporti che si basano sulla reciprocità e sull’accogliere ed essere accolti. Per questo ciò che più mi rimane nel cuore è la partita a dama con Nounke, il caffè offerto da Assyma, un racconto di Mandeep o uno sguardo di Lorena. Raccogliere questo dagli altri dà vitalità e voglia di spendere ancora le proprie energie in queste esperienze. La felicità di accorgersi di aver condiviso un momento di serenità con qualcuno è impagabile.

Mentre ero in Puglia quest’anno, una persona ha detto una frase che mi è rimasta impressa. Eravamo appena stati nella pista, un insediamento informale fatto di baracche in cui vivono moltissimi braccianti stagionali, spesso vittime di sfruttamento lavorativo. Tornando da quel luogo una ragazza ha detto che ha colto nei loro sguardi non voglia di essere compatiti, ma ha notato uno sguardo che rivendica il diritto di esistere, di essere visti in quanto persone.

ASCS è una bolla di vitalità, una dimensione ricca di freschezza, voglia di mettersi in gioco e non rimanere indifferenti. È un gruppo di persone diverse ma accomunate dall’energia e dalla voglia di andare incontro, di accogliere e riconoscere il diritto di esistere dell’altro. E questo porta a volersi spendere per una vita che non è la tua, ma per cui vale la pena portare il peso sulle spalle, un peso condiviso tra Sara, Simone, Giuditta, Jonas, Giorgia, Silvia e tutte le persone che sognano un mondo con più ponti e meno muri.

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    2024-10-11T14:13:53+02:00
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