Un sorriso sdentato
Ciao, sono Davide Pignata. Avevo quasi 8 anni quando è nata ASCS. A quell’età avevo un sorriso sdentato. I denti fissi piano piano crescevano sui fori lasciati da quelli da latte.
8 anni fa ho conosciuto ASCS. Da allora, in un certo modo, ho rivissuto la dinamica, in questo caso non odontoiatrica, della caduta dell’instabile, creduto fisso, e della lenta crescita dell’inaspettato.
Ero appena diplomato, quando ho conosciuto gli Scalabriniani e l’animazione giovanile di ASCS, in Puglia, al Campo Io Ci Sto. Il vento della pista di Borgo Mezzanone mi ha scaraventato in faccia la polverosa concretezza del caporalato, prova dei labirinti di ingiustizia alla base del nostro sistema di consumo.
Nelle tre estati successive sono tornato nuovamente nel Gargano, sentendomi scomodo e nel posto giusto allo stesso tempo. Questa sensazione, di scomodità e casa, è una costante insieme alle compagne e i compagni di viaggio di ASCS. L’ho ritrovata sulla rotta balcanica, quando, alla fine di un viaggio partito da Gaziantep e finito a Trieste, ho visto crescere in noi il profondo senso di ingiustizia di fronte ai muri della nera Europa. L’ho ritrovata in Bolivia, sentendo fratelli e sorelle gli abitanti di una casa non mia. L’ho ritrovata, infine, a Trieste, Ceuta e Calais, dove, schiacciati sulla frontiera si provano a costruire piccoli spazi condivisi di solidarietà.
Le persone incontrate con ASCS hanno cambiato radicalmente la mia vita, aprendo piste ancora solo luminosamente abbozzate.
Ad ASCS auguro di continuare a scomodare, creando, allo stesso tempo, sprazzi di casa e comunità.